I 3 DELLA PANCHINA

La parola magica

Eccoli i 3 della panchina: Maria, Carlo e Mario, programmati con caffè, bar, TV, e soliti pensieri serali. Sempre lo stesso copione.  Una mattina succede che Carlo non arriva, chissà, forse un ictus, un guaio, pensano gli amici, e Maria lasciati i pronostici a Mario, va con passo lento a casa di Carlo. Il giovane adottato ed accolto da abbienti non si era sentito amato ...e poi rimasto solo non sapeva che farsene di quella grande villa, che adesso era vuota perchè non c'era, ed aveva lasciato solo un biglietto sul tavolo in cucina per Mario e Maria "Cari amici mi sarei commosso e sapete come sono...ho visto la foto di un posto che mi è piaciuto ... voglio vederlo, c'è gente che vive nella natura con gli animali, io vado e parto per un'avventura...la mia casa ha gia un aquirente...vi abbraccio Carlo"

"I scherzi dell'età...è diventato matto...la sua bella villa...mah..."

Il giorno dopo la panchina era silenziosa, quasi l'amico fosse morto per loro, ma i pensieri ribollivano: poteva dire qualcosa, magari aveva trovato una giovane pu..lzella, in fondo era anche simpatico...oltre che ricco...

Poichè dava fastidio al loro intimo muovere indiscretamente desideri mai ascoltati, (come si era permesso di portarli a galla, ma non si possono dire certe cose) meglio argomentare sul fatto di essere stati traditi da un gesto incomprensibile che non dalla freschezza sincera di voglia di vivere...anche se quel giorno più che comprensione c'erano gli occhi fissi alla panchina di fronte, vuota.

Qualche mese dopo, una cartolina con il mare tranquillo e una nave e queste parole: ADESSO MI SENTO VIVO.  HO PIANTO ... SUL NASCERE DEL SOLE...MI SONO COMMOSSO PER QUELLO CHE NON AVEVO MAI VISTO ... PER LA BELLEZZA DELLA NATURA ... QUI SONO GIOVANE E FELICE. CARLO

I due amici si guardano, un bambino passa e li fissa a lungo. "Volete giocare con me?"

"Abbiamo le gambe rigide...siamo vecchi..."risponde Mario. "Proprio perchè non giocate ..."disse il bimbo andandosene tirando calci ad un pallone.

"Forse abbiamo esagerato, ci voleva bene, e lui ha avuto coraggio...io ho 3 figli, telefonano e vengono di rado...e tu cosa ti aspetti tu Mario?" disse Maria. "Non aspetto nemmeno quella parola...non mi aspetto niente..."

E poi la panchina restò tutta per lei, che non vedeva nemmeno bene, eppure...qualcuno arriva, non lo riconosce subito...ma è lui, la mascotte..."Maria!" e le lacrime che si permette..."Maria, ti presento Jan...è un mio amico...è un futuro Capitano di una splendida nave salva-ambiente, ... no, non sono il suo papà, è morto, vero Jan, ognuno è un fiore diverso e diversa è la durata della sua vita...e anche se lui mi vuole bene, io non gli lascio ne case, ne soldi, gli do una mano adesso, e voglio che sia soddisfatto di quello che si creerà, non come il suo papà ma come gli sembrerà giusto un giorno ... adesso accetta la mia mano, vero Capitano?"

Il bambino sorride, è semplice, ma gli occhi curiosi e vispi non tradiscono che è un bambino ed infatti corre via perchè ha visto qualcuno che gioca al pallone.

"Maria sono tornato per due giorni, ma torno dove sto davvero bene, vedi le mie gambe si sono rafforzate, non festeggio nemmeno gli anni..."

Maria...con commozione e rispetto capisce molte cose in un attimo, troppe, lei non è adatta per fare le scelte di Carlo, ma comprende che si è dimenticata che i figli sono i figli della vita, che lei si è consumata chissà per cosa...ma forse qualcosa può ancora fare... Finalmente abbraccia e saluta Carlo felice per lui.

Il giorno seguente quando passa il bimbo con la palla lo chiama. "Voglio darti qualcosa" Il bambino siede vicino a lei dondolando le gambe. "Cos'è?" "E' un caleidoscopio, guardaci dentro!" "Che bello, sono tanti pezzettini colorati che cambiano forme..." "E' tuo... ma volevo chiederti se giochi solo con il pallone, oppure come mi hanno detto ti piace inventare qualcosa..."

"Il papà mi dice che sono una frana, che devo fare il barbiere cme lui, ma a me piace altro..."  "Il papà ti vuole bene, lui spera che lo aiuti ma ... tu provaci a fare quello che ti piace, senti, dopo la scuola, prova a costruire qualcosa, hai qualche idea?"

"Poi giochiamo insieme, tu sei una nonnina tanto simpatica!" "Prova" ripetè Maria.

Il bimbo pensa e ripensa, costruisce un contenitore...

"Nonna!...Guarda...questo lo metterò qui al centro della Piazza, è trasformabile! E poi ognuno potrà mettere in questa cassettina delle idee per costruire qualcosa insieme, così avrò anche degli amici, quelli che io ho evitato pechè non mi sentivo abbastanza bravo, però volevo giocare con loro...!" 

"Dai metti anche tu qualche idea nonnina! E tu cammini, io lo so che cammini..." disse ridacchiando. "Certo che cammino...perchè adesso so che ti vedrò spesso ma quando non ti vedrò più saprò che sei diventato un giovanotto con i suoi sogni da seguire..."

Questa storia ci ha accompagnato fino a qui dove incontriamo finalmente la parola magica, la guida della nostra vita: CAMBIAMENTO, certo questo è il filo che percorre ogni cosa, perchè nulla è mai fermo, nemmeno un corpo morto... cambiamento, dolce magia della vita che vuole sperimentare se stessa...che a volte sembra bloccata in abitudini, in riti programmati, in pensieri comuni accettati, invece lei ride. La vita che si impone a qualcuno è spesso solo la nostra abitudine che riteniamo giusta per altri. ma per ognuno cìè una bellezza personale.

Ma ce la faremo? Siamo qui a sperimentare la vita che siamo e per sentirci più vicini alla nostra fonte, quasi fosse un'idea-frullato che si offre morbidamente.

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